Autostima e senso di colpa

Autostima e senso di colpa

COME COSTRUIRE L’AUTOSTIMA?

Alla base dell’autostima c’è la decisione e la convinzione di essere degni d’amore e di essere competenti e ciò è possibile solo all’interno di una famiglia sana, cioè che sappia sviluppare stima verso sé e verso gli altri (Mastromarino, 2000).

I messaggi costruttivi che i genitori possono inviare ai loro bambini, fin dai primi mesi di vita, sono di due tipi:

1- messaggi positivi per esistere o essere: sono incondizionati del  tipo: “tu sei importante e ti amo proprio perché esisti”. Il bambino non  deve gratificare qualcuno per riceverli. I messaggi devono essere  rinforzati col non verbale: la mimica, il tono, ecc..
2- messaggi positivi per fare: devono iniziare intorno ai 6 mesi di vita. Rendono consapevoli delle proprie capacità. “Hai fatto bene  questa cosa!”, sia che abbia afferrato un cubo o pianto perché è bagnato nei primi mesi di vita. Oppure crescendo quando realizza un disegno, un compito o quando aiuta in casa.  Non è corretto dirgli semplicemente “Bravo!”

L’autostima nell’adulto si costruisce dando a se stesso messaggi e ricompense positive per esistere, per essere capaci e per accettarsi, oltre ad imparare a darsi messaggi e azioni costruttivi di fronte ai propri comportamenti inadeguati. Ogni persona commette degli errori, è naturale compiere degli sbagli, ma alcuni sanno riparare al loro danno altri rimangono schiacciati dal senso di colpa.

Autoaccusarsi è inutile! Agire delle azioni di riparazione verso l’altro e anche verso sé, è fondamentale per affrontare e superare la colpa. Costruire la propria autostima significa riconoscere di aver sbagliato, ma di non essere sbagliati! 

LA NASCITA DEL SENSO DI COLPA

Lucio Della Seta rappresenta così il senso di colpa: “Le vere ragioni dell’angoscia che possiamo avere per un’interazione passata, presente o futura, ci sfuggono, perché il vero motivo è un dubbio antico di essere inadeguati e perciò inaccettabili da parte degli altri…ed è un motivo inconscio” (Lucio Della Seta2005).

Secondo Della Seta (2005), i genitori detengono, mediante l’uso delle colpevolizzazioni, il potere inconscio e multiforme di far nascere e crescere nei figli il dubbio e talvolta la certezza di essere inadeguati, per propria colpa, poiché la colpevolizzazione è lo strumento più potente che abbiamo per colpire qualcuno nella stima di sé e per farlo sentire sbagliato. L’emozione di delusione o sofferenza del genitore rinforza il senso di colpa.

Diversi ricercatori sostengono che il sentimento di colpa sia strettamente connesso alla capacità del bambino di sperimentare l’empatia verso gli altri. Il dispiacere empatico per il dolore dell’altro si trasforma, attraverso elaborazioni cognitive, in colpa.

La paura di perdere la persona cara o di essere da lei abbandonati, paura della separazione, porta a non esprimere la rabbia per non ferire l’altro che ci può rifiutare. Il sentirsi in colpa ha una funzione adattiva, evitando di esprimere la rabbia il bambino si garantisce la vicinanza del genitore.

Dott.ssa Patrizia Baroncini Lanzini Donzelli

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