LO PSICOANALISTA

Il termine Psicoanalista inizialmente definiva chi seguiva il pensiero freudiano, ma da Freud in poi sono nate moltissime correnti psicoanalitiche ed il termine ha finito per indicare chiunque, nella sua attività, si ispiri ai concetti di base della psicoanalisi (freudiana o meno).
La psicoanalisi è sia una teoria sul funzionamento della mente sia un modo specifico di intervento sulla sofferenza interiore.

Essa pone tra gli obiettivi principali la risoluzione del conflitto intrapsichico, possibile attraverso l’indagine dell’inconscio del paziente.

LA PULSIONE

Freud fece riferimento al concetto di energia psichica per coniare la definizione di libido, che corrisponde a l’espressione dinamica, nella vita psichica, della pulsione sessuale, che è uno stato di eccitazione prodotto dallo stimolo.

I CONFLITTI

In ognuno (nei soggetti “sani”, così come nei soggetti “malati”), esistono dei conflitti tra pulsioni e forze inconsce di vario tipo. Le pulsioni inaccettabili per la mente cosciente vengono rimosse. Pur restando inconsci, questi conflitti possono spesso manifestarsi tramite i lapsus, le dimenticanze, gli errori di distrazione e i sogni.

LA RIMOZIONE

Corrisponde all’allontanamento degli effetti pulsionali dell’esperienza inaccettabile dalla sfera della coscienza. Consiste nell’inconsapevole cancellazione di un ricordo, di una esperienza che il soggetto ha vissuto come acutamente angosciante o traumatizzante.

IL LAVORO PSICOANALITICO

Il lavoro psicoanalitico è dunque finalizzato a un’analisi, rielaborazione ed integrazione degli aspetti coinvolti nella dinamica conflittuale intrapsichica, con l’obiettivo di ristrutturarne gli equilibri, riducendo o eliminando l’eventuale sintomatologia correlata.

Nel tempo la psicoanalisi si è gradualmente orientata, oltre che trattare il conflitto inconscio, si è evoluta verso l’analisi delle dinamiche relazionali interne denominate “relazioni oggettuali” e della loro influenza nelle relazioni interpersonali esterne.

Dott.ssa Patrizia Baroncini L.D.