Cosa è la Mindfulness?

Si riferisce prima di tutto a un’esperienza pratica e diretta di consapevolezza. Jon Kabat-Zinn, biologo e scrittore, insegnante di Mindfulness fondò nel 1979 la Stress Reduction Clinic all’Università della Massachusetts Medical School, e sviluppò il programma per la Riduzione dello Stress e per il Rilassamento dando origine al primo protocollo di Mindfulness (MBSR). La parola è la traduzione di “Sati” che in lingua Pali (il linguaggio utilizzato dal Buddha per i suoi insegnamenti) vuol dire attenzione consapevole. L’idiogramma cinese per “mindfulness” è “nian” (念) che è la combinazione di due caratteri diversi, ognuno dei quali ha il suo significato. La parte superiore dell’idiogramma significa “adesso”, mentre la parte inferiore significa “cuore” o “mente”. Letteralmente l’idiogramma completo indica l’atto di vivere il momento presente con il cuore.

Secondo Kabat-Zinn “Mindfulness significa prestare attenzione con intenzione, al momento presente, in modo non giudicante”. 

L’approccio della Mindfulness è basato sulla tradizione meditativa del buddhismo classico  adeguata all’esperienza quotidiana di tutti i giorni. In sintesi un approccio che ci possa porre in una relazione diversa col disagio che prima o poi tutti sperimenteremo permettendoci di migliorare la capacità di padroneggiare le situazioni difficili e i conflitti oltre che avere una maggiore accettazione dei propri limiti psicologici, fisici o emotivi.

La Mindfulness è stata utilizzata soprattutto in ambito clinico per lo stress, il disagio psicologico, i disturbi psicosomatici, i disturbi del sonno e dell’umore.

Cosa non è?

Non è una tecnica di rilassamento, né è una forma di “buonismo” che spinge ad accettare tutto ciò che avviene. Non serve per svuotare la mente.

Mindful Eating

La prima domanda da porsi è “Sto davvero vivendo il presente?”. I miei pensieri sono nel presente? Probabilmente ognuno risponderebbe: No.

I problemi di casa, una difficoltà lavorativa, un ricordo del passato o una preoccupazione del futuro sono pensieri che attraversano normalmente la nostra mente e ci portano a distaccarci dal presente. I pensieri prendono il sopravvento sulle sensazioni e i sensi. Non siamo più connessi con ciò che viviamo. Anche quando ci vestiamo al mattino o facciamo colazione i nostri pensieri ci portano su quelle che consideriamo le urgenze della giornata e senza accorgerci ci troviamo a mangiare velocemente, magari con la fetta di pane in mano mentre scendiamo dalle scale.

Consapevolezza dei pensieri, ma soprattutto delle sensazioni somatiche

Osserva i tuoi pensieri senza giudicarli e lasciarli andare, sono solo pensieri! Porta la tua consapevolezza nel qui e ora, delle tue sensazioni ed emozioni. Osserva cosa stai facendo o dove ti trovi, cosa senti. Esplora con i sensi il cibo che stai mangiando, il sapore, il profumo, il rumore mentre mastichi, la consistenza e il colore. Esplora la tua relazione col cibo, il motivo che ti spinge a mangiare. Osserva senza giudicare.

La Mindful Eating è una pratica, non una dieta, e non prevede indicazioni alimentari. Il focus è il nostro rapporto col cibo; le paure, i giudizi, le credenze, sono pensieri che impariamo ad osservare e a lasciare andare per connetterci col corpo e le sensazioni.  Impariamo a riconoscere gli stimoli di sazietà e di fame nella piena consapevolezza di ciò che sta avvenendo ora, con tutti i sensi.

Vantaggi nel quotidiano

La pratica della Minful Eating diventa uno stile di vita con ci appartiene e ci guida nel nostro rapporto col cibo. Con essa impariamo a:

  • strutturare un diario alimentare
  • riconoscere gli automatismi quando mangi: da mente dipendente a mente capace di controllo
  • riconoscere i fattori interni ed esterni che scatenano il desiderio di cibo
  • ridurre il desiderio di fame emotiva e soddisfarlo in modo adeguato
  • riconoscere e gestire le esperienze emotive difficili che vengono evitate con l’assunzione di cibo
  • assumere un atteggiamento consapevole verso il cibo senza distrarti con la mente
  • identificare i diversi tipi di fame e soddisfarli in modo appropriato
  • usare le sensazioni del corpo come guida per scegliere cosa, quando e quanto mangiare
  • promuovere un atteggiamento non giudicante verso se stessi, superando i sensi di colpa e di fallimento nell’impegnarsi in una dieta
  • avere uno stile di vita di consapevolezza e accettazione

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Dott.ssa Patrizia Baroncini L.D.